Azeta, cinquant’anni alla ricerca della perfezione

La filosofia del fondatore Zeo Asioli: l’automazione

AZETA è un’azienda correggese con sede a Fosdondo, attiva da cinquant’anni. Produce minuteria meccanica ad altissima precisione, in particolare per il settore oleodinamico. Dato che i torni e l’attrezzatura meccanica che utilizza per la realizzazione dei propri prodotti richiedono una continua lubrificazione, ci si aspetterebbe un ambiente di lavoro unto e scuro. Al contrario, i pavimenti della zona di produzione sono bianchi e talmente puliti che ci si potrebbe sedere a terra e consumare un pasto. Gli ambienti di lavoro, sia che si tratti dell’amministrazione che dell’officina, sono accoglienti, poco rumorosi ed ordinatissimi. Se, poi, si ha la fortuna di avere il fondatore di AZETA, Zeo Asioli, come guida per un tour tra una macchina e l’altra, tra un settore e l’altro, si possono toccare con mano la passione ed il rigore che hanno permesso a questa azienda di tagliare un traguardo come il mezzo secolo di storia. «Penso sia importante che un luogo in cui le persone trascorrono molte ore della propria giornata, come quello in cui si lavora, sia accogliente – spiega Asioli – perché aiuta a dare il meglio di sé».

Asioli ha fondato la propria azienda nel 1967. Di quel periodo possiede ancora un tornio perfettamente funzionante. Con il tempo, la meccanica di precisione che ha caratterizzato l’attività degli albori, si è fatta sempre più raffinata, tanto che oggi, sui tavoli di lavoro, sono presenti strumenti tarati al micron per la misurazione dell’operazione di superfinitura con macchine rettificatrici. Ogni fase della produzione è affidata ad una macchina. L’attività dell’uomo è quella di supervisione e controllo. «Il lavoro di fatica o quello ripetitivo – prosegue – non devono essere fatti dalle persone, ma dalle macchine. All’uomo spetta il compito principale di organizzare il lavoro meccanico e monitorarne la perfezione». La continua ricerca dell’attrezzatura migliore, della maggiore automazione fanno sì che Asioli stesso abbia brevettato molta della strumentazione che viene utilizzata all’interno di AZETA. «La filosofia dell’automazione fa, da sempre, parte del mio modo di vedere le cose – dice – e non la percepisco come un freno al lavoro dell’uomo. Anzi, trovo che serva a migliorare in sicurezza, qualità e continuità del lavoro. A monte di questo discorso, però, sta la progettualità dell’imprenditore. La funzionalità dell’automazione deve venire dalla sua testa, non dai produttori di macchine utensili».

L’automazione serve anche a migliorare la qualità della vita sul posto di lavoro di chi, per motivi di salute, non può più svolgere la mansione di cui si occupava prima. «Abbiamo fatto ricerche per creare carrelli che diano la possibilità di sollevare carichi pesanti ad una persona che non lo può più fare, consentendole, così, di continuare a lavorare con noi. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che, semplicemente, invecchiamo e, col passare del tempo, perdiamo in vigore. Ci sono Paesi, in Europa, come la Germania, dove esistono forme di aiuto economico per le aziende che si attrezzano per agevolare il lavoro di persone che hanno più di cinquant’anni».

Se il 2017 si è chiuso per Asioli ed i suoi con i festeggiamenti per il mezzo secolo di attività, il 2018 si annuncia come un anno in cui la ripresa la farà da padrona. «Nei mesi estivi dello scorso anno – spiega – qualche debole segnale di ripresa si stava facendo percepire all’interno di un quadro complessivo ancora poco chiaro e nebuloso. A quasi sei mesi di distanza posso affermare con certezza che la ripresa ci sarà, non solo per AZETA ma per tutto il Paese. Già si parla di un futuro in crescita per l’Italia, per i prossimi cinque anni». L’azienda di Fosdondo è passata attraverso le difficoltà della crisi economica iniziata nel 2008, riuscendo tuttavia ad onorare i pagamenti, senza licenziare nessuno. «Le ditte che hanno saputo misurare le proprie finanze durante gli anni della crisi, avranno gli strumenti per poter investire al momento opportuno della ripresa». La concorrenza con l’Oriente, l’abbassamento dei prezzi ai livelli cinesi, sembrano un brutto ricordo da lasciarsi alle spalle. L’attenzione dei mercati sta tornando verso l’Europa e verso l’Italia, in particolare.

In tutta la sua storia, AZETA non ha mai smesso di investire: nel 1981 le prime macchine a transfer, nel 1983 e nel 1986 altre macchine che servivano per produrre pezzi singoli da assemblare; nel 2011 è stato fatto l’importante acquisto di un macchinario cui ha fatto seguito il recente acquisto di un secondo modello. Infine un piccolo robot, cui presto si affiancheranno altri due esemplari dello stesso tipo, dotato di due bracci capaci di svolgere azioni distinte contemporaneamente e, allo stesso tempo, valutare la qualità dei pezzi da tenere e quelli da scartare. Di pari passo all’incremento dell’automazione va anche l’assunzione di personale e la sua formazione perché i macchinari utilizzati in AZETA per la produzione dei vari componenti sono talmente accurati e precisi che non ci si può improvvisare nel loro utilizzo. L’ultimissima frontiera dell’organizzazione del lavoro è l’adesione al protocollo 4.0: l’installazione di un sistema di comunicazione che permette alle macchine, in ogni punto dello stabilimento, di comunicare con i server che ne controllano il lavoro, i consumi, lo stato di efficienza.

Il maggiore impegno per il futuro prossimo, secondo Zeo Asioli, è quello di mantenere viva l’attenzione sugli equilibri che si sono raggiunti e sui nuovi progetti per il domani, insieme al figlio Stefano. A lui spetta il compito di condurre la ditta nel futuro, a partire dai brillanti risultati celebrati col cinquantennale.

Della recente notorietà raggiunta dall’azienda si dice orgoglioso e, allo stesso tempo, stupito perché: «Sembra che tutti si siano accorti della nostra professionalità solo ora, anche aziende che ci conoscono da tantissimo tempo. Eppure le qualità che ci riconoscono adesso, le abbiamo sempre avute». E le condizioni perché siano mantenute ci sono tutte.

Condividi:

Leggi anche

Newsletter

Torna in alto