Quella del 2023, a Correggio, sarà ricordata come “l’estate dell’Automedica”. Nei giorni del solleone e delle ferie agostane, a tenere banco nei bar, sotto i portici e nell’affollatissima assemblea pubblica del 23 agosto è stata lei, che già dal 20 luglio scorso non parte più da Correggio, bensì da Novellara. È una delle conseguenze di decisioni assunte nel Piano Attuativo Locale dell’AUSL, approvato all’unanimità dalla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria (CTSS) nel 2019. La riorganizzazione dell’Emergenza-Urgenza, avviata dalla Regione Emilia Romagna, l’ha poi concretizzata. In sostanza, al posto delle due Automediche che partivano da Guastalla e Correggio ora ce n’è una sola, che parte da Novellara e deve coprire le esigenze dei due distretti sanitari (oltre 120.000 persone). Fausto Nicolini, che nel 2019 era direttore generale dell’AUSL di Reggio Emilia, in un’intervista rilasciata giorni fa al Resto del Carlino ha spiegato che le decisioni di allora si basarono sulla previsione degli effetti di una carenza ormai endemica di medici nel servizio emergenziale.
Come capita spesso, benché le decisioni siano ormai note da tempo, nel momento della loro attuazione i contraccolpi si fanno sentire, in particolare in un settore sensibile come la sanità pubblica. A muoversi per primi sono stati alcuni volontari della Croce Rossa, che a luglio hanno incontrato il neo Sindaco Fabio Testi. Una di loro, Silvia Gorrieri, volontaria da venticinque anni, ci spiega: «Deve essere chiara la nostra distanza da qualsiasi movimento politico: le nostre richieste vertono solo sul diritto all’assistenza sanitaria che tutti meritiamo. Non vogliamo che nessuna delle nostre azioni venga strumentalizzata e non abbiamo intenzione di andare contro alla riorganizzazione della sanità pubblica, ma chiediamo una migliore distribuzione delle risorse».
Secondo Gorrieri, con la riorganizzazione dell’Emergenza-Urgenza avviata dalla Regione e dall’AUSL i cittadini dell’area di Correggio sono i più danneggiati. Mentre i pazienti di Guastalla in gravi condizioni, anche in caso di Automedica impegnata, nel giro di dieci, quindici minuti al massimo possono accedere al Pronto Soccorso (dov’è presente un medico di emergenza), per i correggesi l’ospedale più vicino è quello di Reggio Emilia, che dista almeno trenta minuti di viaggio. «Dunque – sintetizza – la nostra richiesta è che l’automedica torni a Correggio e sia prioritariamente assegnata ai servizi nel nostro territorio, in modo da dividere i medici disponibili (in automedica e in Pronto Soccorso) in modo più equo: a Guastalla il Pronto Soccorso, a Correggio almeno l’automedica».
I volontari della Croce Rossa stanno raccogliendo firme e le loro motivazioni sono state condivise anche dai cittadini che hanno partecipato all’assemblea pubblica del 23 agosto, organizzata dall’Unione dei Comuni della Pianura Reggiana (Campagnola, Correggio, Fabbrico, Rio Saliceto, Rolo e San Martino in Rio) al Centro Sociale 25 Aprile. Sala affollatissima e clima surriscaldato, in tutti i sensi. Il presidente dell’Unione dei Comuni e sindaco di Rio Saliceto Lucio Malavasi, il sindaco di Correggio Fabio Testi e i dirigenti dell’AUSL, con in testa la direttrice generale Cristina Marchesi, hanno spiegato nei dettagli gli obiettivi e le caratteristiche della Riforma dell’Emergenza-Urgenza: «La decisione di collocare l’automedica a Novellara, cioè baricentrica tra Correggio e Guastalla, è dovuta in primo luogo alla carenza di medici che, in una situazione di normalità, dovrebbero essere cento, mentre ora l’organico è di circa sessanta, destinato a calare ulteriormente a settembre. Questa situazione ha portato ad una riorganizzazione, studiata ed approvata dai medici dell’emergenza-urgenza, che la giudicano la più adatta per affrontare la situazione attuale e che garantisce comunque per il territorio della Bassa Reggiana due auto-infermieristiche H24 (una a Correggio e una a Guastalla) e un’automedica H24 a Novellara, nel pieno rispetto dei criteri ministeriali».
La direttrice generale dell’AUSL ha poi ricordato altri aspetti della riforma dell’Emergenza-Urgenza, come la costituzione dei CAU (Centri di Assistenza Urgenza) per alleggerire i Pronto Soccorso, il rafforzamento della Guardia Medica, che farà il suo debutto in autunno, ed il potenziamento dei luoghi d’atterraggio dell’elisoccorso. «Dobbiamo fare i conti con una situazione problematica, ma la nostra prima preoccupazione è che il servizio di Emergenza–Urgenza sia comunque efficace e la tempistica nel soccorso sia quella giusta, come dimostrano i primi dati», ha proseguito Marchesi. Durante l’assemblea alcuni cittadini hanno poi espresso il timore che il sistema sanitario vada verso una sempre maggiore privatizzazione e che in futuro solo i più abbienti possano curarsi al meglio.
Lucio Malavasi, a nome di tutti i sindaci dell’Unione dei Comuni, ha ribadito: «Noi vigileremo sull’attuazione di questa riorganizzazione e siamo pronti ad intervenire nel caso si verifichino situazioni critiche a svantaggio degli assistiti. Siamo fortemente convinti che sia fondamentale tutelare il sistema sanitario pubblico attraverso interventi concreti, come l’aumento fino al 7,5% della quota di PIL da destinarvi, calata negli ultimi anni dal 7,3% del 2010 al 6,4% del 2020. Va poi perseguita una pianificazione con il sistema universitario, per incrementare il numero delle lauree in medicina e delle borse di specializzazione». Quindi un secco no all’idea di privatizzazione, anzi, pieno sostegno all’appello del presidente della Regione Stefano Bonaccini, che chiede da tempo al Governo «maggiori investimenti e un’inversione di rotta circa la gestione della sanità pubblica».
Durante l’assemblea del 23 agosto i dirigenti dell’Emergenza-Urgenza dell’AUSL di Reggio Emilia hanno presentato dati e grafici molto significativi, che meritano un approfondimento. Ve lo proporremo nel prossimo numero di Primo Piano.