È scomparso da poco il grande Paolo Villaggio, ricordato dal grande pubblico per la figura sciaguratissima e patetica del ragionier Ugo Fantozzi, parodia dell’impiegato dalla vita grigia, vessato dai superiori. Le pellicole che raccontano le sue disavventure sono popolarissime e apprezzate
dalle generazioni più diverse. Fra le situazioni più note ci sono senza dubbio lo strazio dell’essere obbligati a vedere il film La corazzata Kotiomkin al cineforum della ditta, la coppa Cobram, l’infatuazione
con la vanesia signorina Silvani… e i congiuntivi storpiati durante la partita di tennis
con il ragionier Filini!
Questa breve introduzione ci porta dritti al tema di oggi: il congiuntivo! Il tanto maltrattato, dimenticato, congiuntivo, che spesso manca in bocca a politici, grandi industriali e calciatori, ma che è fondamentale nell’espressione corretta della lingua.
Vediamo allora qualche esempio pratico dell’uso di questo modo verbale:
Il congiuntivo può essere utilizzato in frasi indipendenti e, più spesso, in frasi dipendenti (le subordinate).
In frasi indipendenti il congiuntivo può esprimere desiderio (Fosse vero!), dubbio (Che sia stato lui?), comando (mia dia il mio libro!), invito (Entri, si accomodi). In frase subordinate il congiuntivo può esprimere paura, dubbio, desiderio, opinione personale e ancora altri generi di subordinazione (Penso che, non sono sicuro che, ho paura che, vorrei che).
In generale, è buona norma ricordarsi che quando si incontra una delle seguenti espressione in una frase principale, è necessario utilizzare il congiuntivo:
pensare che, credere che, immaginare che, supporre che, ritenere che, augurarsi che, sperare che, temere che, preoccuparsi che, dubitare che, non sapere che, preferire che, volere che, esigere che, desiderare che, aspettare che, attendere che, avere paura che, non essere sicuro che, essere felice che, essere dispiaciuto che, essere contento che, è necessario che, occorre che, bisogna che, è probabile che, è improbabile che,
è possibile che, è impossibile che, è bene che, è male che, è facile che, è giusto che.
Lo stesso dicasi per alcune congiunzioni subordinanti come queste:
prima che, senza che, qualsiasi, qualunque, chiunque, comunque, benché, sebbene, nonostante, affinché,
a patto che, a condizione che, basta che, salvo che, a meno che.