L’incertezza e il rischio costituiscono un elemento inevitabile nella vita delle persone, delle imprese e degli enti. La nostra casa può andare a fuoco, la nostra auto può essere rubata, noi stessi possiamo involontariamente causare danni ad altri o rimanere vittime di incidenti o malattie. Salvo rari casi in cui lo si ama, come nel gioco d’azzardo, negli sport estremi o nelle scommesse sul tasso di crescita dell’economia, l’avversione al rischio è comune alla maggioranza degli individui. Di qui il bisogno di cautelarsi attraverso il trasferimento dei rischi a terzi, mediante la stipula di un contratto di assicurazione. Con esso una compagnia di assicurazione si impegna, dietro pagamento di un corrispettivo, detto premio, a risarcire l’assicurato dei danni economici subiti a causa dell’evento previsto nel contratto stesso.
Mauro Valenza, titolare della agenzia assicurativa Allianz di Correggio, quest’anno celebra i suoi 25 anni di attività nel nostro Comune. È la persona giusta per farci meglio conoscere il mondo delle assicurazioni. Al suo cospetto non resisto e gli ricordo la famosa battuta di Woody Allen: “ci sono cose nella vita peggiori della galera, come passare una serata con un assicuratore”. Lui, pronto, mi … assicura, ridendo, che il rischio c’è anche di pomeriggio, come qui, adesso.
In realtà l’agente Mauro Valenza, originario di Luzzara ma residente da qualche anno in una città che tanto gli piace, la nostra Correggio, è persona assai affabile e simpatica. Davvero lontano dagli stereotipi della comicità di Allen. Iniziamo allora, rassicurati e tranquilli, la conversazione.
«Ho iniziato in Unipol, dove ho lavorato per circa dieci anni; era la compagnia più attiva in Emilia Romagna, aveva buoni prodotti e una clientela molto fidelizzata. L’esperienza fatta in quella compagnia è stata fondamentale per il mio futuro lavoro di agente. Poi decisi di mettermi in proprio e il primo agosto del 1993 aprii l’agenzia della Lloyd Adriatico a Correggio con tre addetti. Nel 1995 Lloyd Adriatico entrò nella galassia della tedesca Allianz, uno dei principali operatori assicurativi a livello mondiale; nel 2007 Allianz ha integrato anche le compagnie RAS e Subalpina e creato la Allianz SpA. Ora la mia agenzia ha il marchio Allianz e, tra dipendenti e sub-agenti, occupa circa 40 addetti».
Come è cambiato il mercato assicurativo in questi 25 anni?
«Allora il ramo vita era agli albori; gli incentivi fiscali erano determinanti per stipulare una polizza (fino a due milioni e mezzo di lire i premi erano fiscalmente deducibili) e il ramo danni era soprattutto rivolto alla responsabilità civile auto (RCA). L’informazione era ancora scarsa e, ad esclusione della abitazione, erano rari gli utenti che richiedevano polizze danni di tipo diverso. Ora le polizze vita, che garantiscono al beneficiario l’erogazione di una somma al verificarsi di un evento imprevisto, hanno avuto un fortissimo sviluppo, per esempio quelle connesse alla stipula di un mutuo ipotecario a lungo termine per l’acquisto di una abitazione e, in particolare, le polizze cosiddette miste, dove la componente finanziaria è molto accentuata. Queste ultime sono forme di risparmio: la compagnia di assicurazione si impegna a restituire a scadenza la somma iniziale pagata dal cliente maggiorata dei rendimenti maturati nel tempo (sono polizze agganciate a degli indici, denominate “index linked” o “unit linked”)».
La gente si assicura di più oggi di ieri?
«Sì, certamente. Ad esempio il ramo responsabilità civile verso terzi (RCT), per i danni materiali o fisici che possono essere causati involontariamente ad altri, ha avuto notevole espansione soprattutto presso i professionisti e lavoratori autonomi, ma anche per il resto della clientela. Nella vita di ogni giorno, se possiedo un cane, se vado in bicicletta, se ho una collaboratrice domestica, se ho figli minorenni, posso essere chiamato a risarcire dei danni. La litigiosità tra le persone è aumentata molto e intentare una causa per danni ora è una prassi quasi normale. Un caso particolare è rappresentato dai medici, professionisti molto soggetti al rischio di richiesta danni; qui però sono pochissime le compagnie che si assumono questi rischi in Italia, mentre i Lloyd’s di Londra lo fanno. Anche le polizze infortuni, che coprono il rischio di doversi sottoporre a cure mediche impreviste o di far fronte ad un calo di reddito generato da inabilità al lavoro, hanno avuto un forte incremento».
Esistono concorrenti delle Agenzie Assicurative?
«Si soprattutto sul ramo RCA (auto) c’è la concorrenza delle banche e delle “telefoniche”. Le banche una decina di anni fa erano partite molto forte offrendo polizze a prezzi bassissimi ma ovviamente erano carenti le coperture e i clienti dopo un entusiasmo iniziale sono tornati in parte in agenzia. Poi vi sono le compagnie che operano in internet o a mezzo telefono con prezzi stracciati e qui si deve essere particolarmente prudenti, verificando attentamente che si tratti di una compagnia di primaria importanza e che le coperture siano complete. Nell’auto il fenomeno dell’evasione è molto alto; si stima che in Italia vi siano circa 3 milioni di auto che circolano senza assicurazione e questo costituisce un danno sia per le Compagnie che per la società intera. In ogni caso le compagnie ultimamente hanno ridotto le commissioni e le piccole agenzie non reggono i costi e sono costrette a chiudere o a fare aggregazioni. Anche il Decreto Bersani del 2007 (il cosiddetto “pacchetto liberalizzazioni”), là dove prevede che l’assicurato abbia la facoltà di recedere annualmente dal contratto senza oneri, se positivo per il consumatore, ha contribuito a creare condizioni più difficili per le agenzie. Esistono poi i Brokers, mediatori che si pongono fra le agenzie e l’utente per cercare le migliori polizze per quest’ultimo. Sono figure che le agenzie non amano troppo!»
I giovani sono consapevoli della opportunità di cautelarsi almeno verso determinati rischi?
«In genere i giovani non hanno questa sensibilità e forse non hanno nemmeno le disponibilità finanziarie per stipulare contratti assicurativi onerosi. Sono i genitori che si occupano di stipulare polizze per conto dei figli. Per esempio ora c’è un forte interesse per i fondi pensione, deducibili fiscalmente, che nel lungo termine possono integrare le future pensioni INPS, sperando che le stesse reggano nel tempo!».
Per una famiglia tipo composta da due genitori con due figli minorenni, che coperture consiglierebbe?
«Credo che la sicurezza venga prima degli investimenti finanziari, quindi consiglierei, oltre alla RCA, una polizza incendio sulla abitazione, una RCT estesa ai figli minori che copra anche i danni dolosi fino all’età di 14 anni e una polizza vita in caso di morte o invalidità permanente».
L’aspettativa di vita è sempre più alta: quali protezioni per la terza età?
«Ora vi sono dei prodotti assicurativi specifici: sono le “long term care” (LTC). Si tratta di polizze contro il rischio di perdita dell’autosufficienza, cioè la capacità di svolgere autonomamente le principali azioni quotidiane. Lo Stato avrà in futuro le risorse per garantire un’assistenza dignitosa? Ho qualche dubbio.»
Ringrazio il signor Valenza per la interessante conversazione e gli auguro altri 25 anni di buon lavoro! Mentre scendo dalle scale e ripasso mentalmente le mie coperture assicurative, mi vien da pensare che un assicuratore è anche un po’ filosofo: i casi della vita e i bisogni dell’uomo sono in fondo il suo pane quotidiano. Non me ne voglia Woody Allen.