Anatomia di una Stagione infausta

Ma sugli spalti, forza Correggese, a prescindere!

Il tempo se ne va: un incontro dopo l’altro, la stessa storia, sembra un film già visto. Finalmente anche questo campionato, quello di serie D girone D, è terminato pochi giorni fa, ponendo fine ad un anno che definire non esaltante, per svariati motivi, significa da parte nostra non voler infierire con giudizi più pesanti sulla squadra Correggese calcio.

Faticoso, perché è stato un anno durante il quale, alle vicissitudini sanitarie, mai viste prima, che hanno colpito atleti e tecnici, si sono sommate vicissitudini tecnico-dirigenziali, queste, in compenso, già viste anche in anni precedenti.

Cos’è successo? Dopo un girone di andata discreto, in linea con i programmi di inizio stagione, sono cominciate le prestazioni deludenti, sfociate nell’esonero di mister Mattia Gori  a maggio: la squadra, dopo una serie di prestazioni non esaltanti, sfociate in brutte sconfitte, a volte anche immeritate, era precipitata in una crisi evidente, di gioco e di autostima: encefalogramma piatto, piena zona play-out, con molte partite da recuperare, questo è vero, causa dei frequenti rinvii per casi di COVID verificatesi in seno al gruppo squadra.

Viste le difficoltà della squadra, il presidente Claudio Lazzaretti, prima che le cose precipitassero e a suo “sentire” diventassero irreversibili e non potendo ovviamente cambiare tutti i giocatori, parecchi dei quali hanno dimostrato sul campo di non meritare la categoria, ha esonerato mister Gori dopo la partita persa a Forte dei Marmi, sperando di dare una scossa, perlomeno nervosa: ha così affidato la squadra a mister Bazzani, che ha esordito sulla panchina della Correggese nella partita pareggiata in trasferta contro il Corticella. Con quale mandato è stato ingaggiato il nuovo allenatore e con quali aspettative? Speravamo di capirlo nel prosieguo della stagione.

Nel recupero del mercoledì successivo con la Bagnolese, molto delicato per la classifica, pur vincendo (ed era essenziale, sia per uscire dalla zona pericolosa della graduatoria, sia per evitare ulteriori contraccolpi mentali) il breve tempo a disposizione per allenarsi non ha permesso al nuovo mister di portare cambiamenti di assetto evidenti alla squadra. Non si sono viste novità tattiche e pochi, se non nulli, sono stati segni di miglioramento nel rendimento globale del gruppo.

La domenica successiva contro il non trascendentale Progresso, squadra appena fuori dalla zona play out, affamata di punti, si sono notate alcune novità tattiche rispetto alla gestione precedente: meno possesso di palla, più verticalizzazione, buone intenzioni, spesso vanificate da errori tecnici elementari di alcuni giocatori; ancora poca precisione, sempre poco movimento senza palla per dettare la giocata da parte degli attaccanti. La vittoria, arrivata allo scadere, ha portato la squadra in acque tranquille di classifica.

Prato poteva segnare un passaggio decisivo per capire se il difetto era proprio nel “manico”, come si suol dire, invece la squadra dimostrava per l’ennesima volta di non essere all’altezza delle aspettative di inizio stagione e di non essere competitiva con le migliori del girone: così è stato, netta sconfitta e una sensazione di “déjà vu”.

Il Fiorenzuola Calcio, in lotta per la promozione in serie C, arriva al Borelli in occasione della apertura parziale al pubblico, speravamo aiutasse: stimoli al massimo livello, niente scuse per i giocatori vista la possibilità di confrontarsi con coloro che stanno lottando al vertice. Così è stato, finalmente una prestazione all’altezza delle aspettative di inizio stagione, ma con lo stesso modulo tattico, le stesse amnesie in fase difensiva, come ci fosse ancora in panchina mister Gori; sembrava di essere dentro la macchina del tempo. I tifosi presenti, pur divertendosi, si chiedevano: “perché è stato cambiato l’allenatore?”

Con la vittoria di San Mauro Pascoli la stagione si avvia lentamente alla conclusione: la classifica, ormai super tranquilla, spinge i più ottimisti a pensare che la squadra possa raggiungere i “play off”, purtroppo puntualmente smentiti dall’ennesima occasione perduta.

Il Forlì Calcio giunge a fagiolo, squadra tecnica con vecchi atleti, vincenti, in un passato non tanto lontano. Mercoledì caldo, con terreno in perfette condizioni: un pubblico numeroso assiste alla ennesima prestazione volenterosa si, ma confusionaria, con gli ennesimi errori tecnico-tattici e una condizione atletica vicina alla “cottura”, il pareggio alla fine accontenta tutti.

Mancano tre partite e la scelta di far giocare chi ha giocato meno (se sono giovani, meglio) sembrerebbe la più ovvia e logica, ma ancora incombe il miraggio “Play off”.

A Rimini, la domenica successiva, un caldo terribile accoglie la solita Correggese vista durante la stagione: bene a sprazzi, difesa perforabile, stanchezza cronica, sconfitta inevitabile, terna arbitrale complice.

Il campionato terminerà in trasferta, ma il mercoledì riceviamo, tra le mura amiche, il Forte Querceta, per una partita senza motivazioni particolari di classifica: alla squadra compete l’obbligo di salutare il pubblico amico con una prestazione di spessore; complice anche la temperatura, che stimola più all’ozio che al dinamismo, la squadra domina, con un gioco spumeggiante per gran parte del primo tempo, con i soliti noti in campo, poi come un vino dozzinale che perde il suo “perlage” velocemente, si fa rimontare fin quasi al pareggio da una squadra che sembrava venuta a Correggio in “gita”.

Sabato 19 giugno a Ghivizzano (Bagni di Lucca) in Toscana ultima di campionato: sconfitta, senza commenti. Il campionato è finito.

Giunge così al termine la stagione più anomala mai vissuta, giocata a strappi. I giudizi non possono prescindere da ciò, ma alcuni elementi restano fissi “a prescindere”, perché la posizione in classifica è sempre l’espressione reale della caratura di una squadra e nel caso della Correggese dice: mediocre.

Il talento è un dono che non si compra al supermercato e, per questa categoria, pochi in squadra  ne erano dotati a sufficienza, ma si poteva e si doveva fare meglio. La serietà e la dedizione di tutti non sono mai mancati, il bel gioco quasi sempre, la passione e il sostegno dei tifosi, che a Correggio è pur sempre “a corrente alternata”, va conquistato e mantenuto partita dopo partita.

Programmazione, ambizione, competenza e autocritica, sono requisiti essenziali di chi sta alla guida; pazienza e comprensione, dovrebbero essere la “stella polare” che guida tutte le componenti coinvolte. Il sostegno dei tifosi dovrebbe sempre essere al massimo, “a prescindere”. Appunto. Forza CORREGGESE, Sempre! Buone vacanze a tutti.

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