Amore per il canto e spirito di servizio

Il coro di San Quirino visto da vicino

Il canto corale unisce al piacere diversi effetti benefici: sociali, emozionali, psicologici, fisici; recenti studi scientifici hanno dimostrato che cantare in coro aiuta persino a combattere le malattie.

Questo mese avviciniamo il coro della Basilica di San Quirino: il coro si è costituito nel 1982 ed era indirizzato esclusivamente ai bambini, ai quali si sono poi aggiunti gli adulti. Oggi è composto da circa sessanta elementi, divisi in quattro voci miste di vario timbro: soprani, contralti, tenori e bassi.

La formazione si è aggiudicata un concorso diocesano ed è risultato finalista al primo concorso regionale di musica sacra. Ha collaborato con il coro polifonico di Reggio Emilia diretto dal Maestro Giuliano Giaroli, con la banda cittadina, col coro “Allegri” della scuola primaria e con diversi strumentisti professionisti, tenendo numerosi concerti ed incidendo diversi CD. La sua attività principale, tuttavia, rimane il servizio alla comunità, per assicurare quel carattere festoso nei momenti di gioia, ma anche di dignitosa serenità nei giorni del dolore. Il coro è diretto dal Maestro Valerio Crotti, col quale ci intratteniamo in piacevole conversazione.

 

Quali sono le finalità del coro?

«La prima finalità è sicuramente servire con il canto la liturgia. Poi diventa punto di aggregazione per molte persone e momento importante di crescita spirituale».

 

Possiamo calcolare anche approssimativamente quante persone hanno cantato nella corale?

«È praticamente impossibile, poiché nel corso degli anni vi sono transitate tantissime persone, che poi hanno dovuto lasciare per diversi motivi, impegni familiari o per trasferimenti o per esigenze di lavoro. Ciò nonostante tutti conservano un ricordo positivo di questa esperienza».

Tanti coristi hanno fatto i capelli bianchi; come si può diffondere anche fra i giovani l’interesse per la musica vocale?

«Questa è la difficoltà maggiore che incontriamo in questo momento. I giovani hanno provato ad inserirsi diverse volte, ma  sono subentrate difficoltà di organizzazione e concomitanze con altre iniziative che hanno tolto la continuità necessaria.  Qualche giovane a volte si presenta, ma la diversità di età col gruppo più numeroso li scoraggia un po’. Il gruppo delle ragazzine e dei ragazzini che animano la messa delle 10,30, crescendo, hanno altri interessi e spesso lasciano. Sono comunque entrate, nell’ultimo anno, quattro voci nuove».

Occorre anche tenere alta la qualità della corale…

«Siamo un coro di dilettanti, ma settimanalmente c’è una prova, dove si cerca di curare l’aspetto esecutivo, l’intonazione, evitare trasporti. Credo siano servizi apprezzabili e senza dubbio spesso apprezzati, servizi numerosi, mai meno di cinquanta nell’anno».

 

Penso che senza la voce del coro molti incontri sembrerebbero forse senza sale, perciò l’augurio potrebbe essere quello di S. Tommaso: «Sit laus plena, sit sonora, sit jucunda, sit decora. (Sia lode piena e risonante, gioia nobile e serena)».

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