Amore al tempo dello smartphone

Il Nastro Rosso

Vi scrivo seduta sul divano, ed è il 15 settembre. Le vacanze sono finite (a proposito, tutto bene?) ma ancora l’autunno non si vede (probabilmente molti di voi saranno contenti, io no, adoro l’autunno). Tornando a casa, ho scoperto per caso dalla radio che questo giorno passerà alla storia come il Life Therapy Day.
Questo significa che teoricamente oggi ci saremmo dovuti tutti impegnare a usare il meno possibile la tecnologia.
Alzi la mano chi ci è riuscito… Probabilmente pochi, ma magari abbiamo condiviso l’articolo che ne parlava su Facebook, prima di renderci conto del ridicolo controsenso.
Comunque, diciamocelo, non sarebbe stato un male.
Tutte le volte che esco e vado in bar o al cinema, che io sia da sola o in compagna, in coda alle poste e aspettando che il semaforo passi da rosso a verde, alzo gli occhi e mi trovo circondata da persone che li tengono abbassati. Sono tutti troppo impegnati a controllare Whatsapp e il loro profilo Instagram. 

Ma a volte nemmeno li alzo, gli occhi, e questo è ancor più preoccupante.

Se il peggio fosse questo, non sarei qui a scrivere.
Lungi da me demonizzare la tecnologia che ci fa vedere in streaming True Detective (ma non la seconda stagione, per favore).
La nostra tendenza a isolarci in una bolla digitale si riflette in tutti gli ambiti della nostra vita, in tutte le nostre relazioni interpersonali.
Soprattutto, si sta impadronendo degli spazi che prima erano riservati alla vita di coppia. Cercherò di spiegarmi meglio tramite un esempio:

Scena media fra una donna e un uomo che hanno una relazione più o meno stabile e magari in un momento di stordimento hanno deciso di convivere o, incredibile! di sposarsi:

Lei (con fare ammiccante e con l’ultimo acquisto da Intimissimi addosso): «Amore, stasera cosa ti andrebbe di fare?».

Lui (controllando lo smartphone): «Mh? Mah, non saprei… In realtà stavo vedendo questo video divertentissimo in cui …. »(segue spiegazione di un video clamorosamente stupido).

Pure la Durex ha lanciato l’allarme, e di certo non sono gli ultimi arrivati nel settore. 

Secondo una loro recente ricerca, «rispetto al 2000, il 20% delle coppie ha ridotto l’attività sessuale.
Il 53% del campione si ritiene insoddisfatto della propria vita sessuale». 

Eh sì, questo potevamo scoprirlo da soli. Ci corichiamo più tardi perché siamo troppo impegnati a controllare lo smartphone o a giocare con il tablet, quando non ci portiamo direttamente a letto il telefono. 

La nostra attenzione è così concentrata lì da non farci nemmeno accorgere che di fianco a noi abita un essere umano, che magari questa sera avrebbe in mente attività più edificanti del dormire.
Oppure, fatto ancora più deprecabile, l’essere umano che abita di fianco a noi non prova nemmeno a protestare, perso com’è nel suo universo virtuale privato, che ovviamente è staccato dal nostro. 

Attenzione, allora: un giorno potremmo svegliarci dal nostro letargo e scoprire che il/la nostro/a compagno/a, dentro la sua bolla privata, ha trovato qualcun’altra/o che facesse coincidere la propria solitudine con la sua. Il fatto che noi fossimo troppo impegnati a seguire un’attrice su Twitter non solleva l’altro dalle sue colpe, ovviamente.
Ma, in questo giorno che dovrebbe essere stato libero dalla tecnologia, facciamoci una promessa: giuriamo solennemente di spegnere il telefono e il tablet e il pc e la tv almeno un’ora di prima di andare a nanna. 

Giuriamo sempre di guardare negli occhi l’altro/a, di lasciare da parte i like e di concentrarci sulla vita vera. Qualunque sia la nostra situazione affettiva, diamoci una chance e protendiamoci verso il resto del mondo. 

Gli esseri umani, di tanto in tanto, possono risultare straordinari.

 

Errata corrige: nel precedente numero, nel pezzo “Quando le vagine non stanno a guardare” , l’uomo che veste di grigio e non è per nulla misterioso, si chiama BOB, contrariamente a quanto scritto.

Condividi:

Leggi anche

Newsletter

Scroll to Top