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La mostra “Prima della parola” di Franco Bonetti è aperta fino al 22 aprile

È stata inaugurata sabato 3 marzo e sarà visitabile fino al 22 aprile, presso la Galleria Espositiva del Museo Il Correggio a Palazzo Principi, la mostra Prima della Parola di Franco Bonetti.
L’ esposizione, promossa dal Comune di Correggio, è realizzata in collaborazione con la Galleria Radium Artis, che ha già dedicato all’artista due mostre personali nelle proprie sedi di S. Martino in Rio e Pietrasanta.
Franco Bonetti è nato a Firenze nel 1958, vive e lavora a Reggio Emilia dove ha frequentato l’Istituto d’Arte sotto la guida di Vittorio Cavicchioni e Graziano Pompili. La sua formazione artistica è fortemente segnata dall’esperienza teatrale che, a partire dal 1979, lo porta a collaborare al teatro Municipale Valli con scenografi e costumisti di primissimo piano, da Pier Luigi Pizzi a Luca Ronconi. La sua attività di pittore è ormai consolidata da decine di mostre collettive e personali che lo hanno visto protagonista sia in Italia che all’estero.
Qui di seguito una parte del testo della presentazione della mostra di Franco Bonetti a cura della dott.ssa Angela Lazzaretti, titolare della Galleria Radium Artis di S. Martino in Rio.

L’entrata nella Sala mostre di Palazzo dei Principi a Correggio ci invita ora ad una danza: sinuosamente ci appaiono una ad una le opere di Franco Bonetti che sembrano sfilare con eleganza accanto a noi con le loro curve, le loro svolte, i loro colori, i loro ritmi celati (questo è il titolo di una delle opere), alcune appese alle pareti altre su supporti in ferro, in vetro o in plexiglas; lo stesso allestimento della mostra sembra ondeggiante. Questa danza interattiva ci spinge a riflettere sul titolo della mostra “Prima della parola, avant la parole”, quasi fosse un invito dell’artista al fare, al credere e al pensare prima del parlare.
Il titolo della mostra riassume emblematicamente la sostanza espressiva di queste opere, piene di colore, che sviluppano la ricerca dell’artista, volta ad esplorare personaggi del passato e autori di opere letterarie e musicali che costituiscono delle pietre miliari della cultura moderna, in una costante fusione di aderenza alle vicende della storia e dei testi di immaginazione fantastica. Nelle opere di Bonetti non solo si incontrano passato e presente, ma pure storia individuale, vicende collettive e memoria personale, così da fare emergere l’attenzione e il dialogo con l’altro da sé ancora prima della parola.
Nel suo “fare artistico” Bonetti ha tanto creduto, pensato e studiato, e sempre ha avuto l’esigenza di confrontarsi, di interrogare sé stesso davanti a scrittori, compositori, musicisti del passato e del presente, e continuerà sempre su questo sentiero che ha fatto suo. Egli ha infatti sempre lavorato a cicli di dipinti che si sono misurati con l’universo creativo di alcuni dei maggiori scrittori e poeti (Tasso, Shakespeare, Pavese, Yourcenar, Calvino, Tomasi di Lampedusa): opere nelle quali l’artista ha amalgamato residui di figurazione e spessori materici vari in un personale rapporto tra visione fantastica e onirica e forza del colore, facendo “suo” il colore in rapporti spaziali di grande impatto. Possiamo osservare all’interno di contenitori trasparenti in plexiglas lettere e brani di scrittura sovrapposti, a volte alcune lettere fuoriescono da un lato del contenitore, in altri casi le lettere si affollano come dovessero uscire da un libro appena scritto.
Ultimamente critici ed esperti d’arte sottolineano spesso che la bellezza “non salverà più il mondo”, che l’arte non ci consola ma ci interroga. Davanti alle opere di Franco Bonetti ci interroghiamo invece sul bisogno dell’artista, che è anche il nostro, di colmare la nostra sete di assoluto, di pienezza culturale che è sinonimo di un sapere non solo parlato, ma creato dentro di noi e condiviso con gli altri attraverso i fatti ed i modi di essere.

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