Al Vaticano e La Fórca

Scutmâi ed Curès

Attribuire un scutmài, cioè un soprannome, ad una persona è come coglierne un aspetto peculiare e fissarlo in un nome riconosciuto da tutti.
Per i Correggesi questa tradizione di attribuire scutmâi, si è trasferita anche sulle case.

Questa volta parliamo di due palazzi dall’imponente statura e diventati storici non tanto per la loro “età” quanto per il loro soprannome.
Si trovano uno di fronte all’altro e a dividerli è solo Viale Cesare Battisti. Posti all’incrocio con Corso Cavour, più precisamente al numero civico 20 e 22, troviamo Al Vaticano e La Fórca.

Al Vaticano (il Vaticano) è il più minuto dei due, costruito intorno agli anni Sessanta dalla Edilcantieri di Modena su commissione dei fratelli Righi e di altri proprietari, conta circa trenta unità immobiliari.
Si sviluppa su otto piani senza contare il piano terra, dove sono presenti ad oggi svariate attività commerciali tra cui il negozio di elettrodomestici con riparazione e vendita, l’ortofrutta, l’erboristeria e il parrucchiere cinese.

Ma da dove nasce questo scutmâi? Il nome attribuito a questo edificio pare essere dovuto al particolare orientamento politico-religioso della maggior parte dei suoi acquirenti all’origine.

 La Fórca (la Forca) è invece il più grande dei due edifici, sia per quanto riguarda la sua estensione perimetrale, sia per il numero delle unità abitative, una cinquantina circa in tutto. Fu costruito anch’esso negli anni Sessanta dalla Cooperativa Muratori di Correggio su commissione della società Immobiliare Domus presieduta da Arrigo Santini e della quale facevano parte i fratelli Cagarelli.
Si sviluppa, come il suo dirimpettaio, su otto piani senza contare il piano terra. Anche qui, nel tempo, si sono succedute varie attività commerciali.
Tra le più recenti troviamo: la Banca di Credito Cooperativo in angolo, il negozio di integratori, il negozio di ricariche telefoniche (e molto altro), mentre tra le attività più storiche resistono la tabaccheria e il Caffè Cavour ‘900.

Ma perché La Fórca?
Il nome che i Correggesi hanno attribuito a questo imponente edificio è stato determinato dalle particolari forme delle strutture in cemento armato che lo compongono. Nella parte superiore infatti i pilastri sono sormontati, oltre che dalle travi perimetrali, anche da altre strutture orizzontali che sporgono dal filo esterno dei pilastri e che richiamano in tutto e per tutto la trave che serve a reggere la corda per l’impiccagione.

I Correggesi si sa, la fantasia ce l’hanno… e la usano!

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