Al Sgoun

I Scutmâi ed Curès

Attribuire un soprannome ad una persona è come coglierne i suoi aspetti peculiari e fissarli in un nome riconosciuto da tutti.
Per i Correggesi, questa tradizione di attribuire scutmâi, si è naturalmente trasferita anche alle case.

Il palazzo Al Sgoun, situato su viale della Repubblica, è stato costruito negli anni Sessanta da Ottavio Morgotti, Udilio Bassoli e Bruno Vecchi.

Il lotto sul quale doveva sorgere l’edificio era caratterizzato da un particolare andamento curvilineo nella parte rivolta su viale della Repubblica.

La caratteristica del terreno edificabile poteva essere vista, in fase di progettazione, come un serio problema; la moda del periodo prevedeva infatti la costruzione di edifici rigorosamente geometrici. L’ingegnoso progettista ha risolto la questione compositiva attuando dei progressivi arretramenti, simili a dei denti, rafforzati poi dalla presenza di balconi inclinati e dalle falde dei tetti, anch’esse segmentate. Queste forme hanno ricordato ai correggesi la lama di una grande sega e così è nato definitivamente il nome: Al Sgoun.

Per l’occasione abbiamo intervistato Elena Messori, giovane correggese che da poco risiede nel palazzo.

Elena, anni fa i correggesi hanno attribuito un soprannome particolare al palazzo dove attualmente vivi, Al Sgoun ti dice niente?
«A settembre dello scorso anno sono venuta ad abitare in questo palazzo di colore giallo che si affaccia su viale della Repubblica, già da questa affermazione si dovrebbe evincere che non ero a conoscenza del soprannome burlesco che era stato dato al palazzo.
La prima volta l’ho sentito chiamare così da un caro amico e il mio immediato disappunto ha lasciato spazio ad un sorriso.
Sono curiosa degli scutmâi che i correggesi attribuiscono ai palazzi e li apprezzo, ma che l’edificio dove vivo fosse stato ribattezzato “segone” proprio non lo sapevo. In effetti la facciata frastagliata proprio come i denti della sega è particolare!».

Pensi che ad oggi tutti i residenti del condominio sappiano dell’esistenza di questo scutmâi?
«Credo che gli attuali inquilini non conoscano questo soprannome e penso che se glielo raccontassi mi rivolgerebbero quell’espressione rassicurante e compiaciuta come a dire: “nonostante proveniamo da continenti e culture diverse, ci siamo capiti”.
Preso atto dell’eccellente bilinguismo della maggior parte dei miei condomini, che li fa districare, come nulla fosse, nel parlare la loro lingua madre e l’inglese, una volta potrei buttarmi in un coraggioso: “long ago this building was nicknamed crosscut saw because of the shape of the front of the house” la cui traduzione è “tempo fa questo palazzo era soprannominato segone a causa della forma della facciata della casa”.

Devo provare a raccontarglielo questo modo di dire correggese per sapervi dire se la loro prima reazione sia di stupore, di disappunto, di apprezzamento o di qualsivoglia natura. Ciò di cui sono certa è che subito dopo farebbero un sorriso. Proprio come me».

Ancora un grazie particolare ad Elena per la sua completa disponibilità e gentilezza.

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