Al Bambasoun

I Scutmâi ed Curès

Molti degli scutmai (soprannomi) attribuiti agli edifici hanno tratto ispirazione dalla forma, dalla dimensione, dalla ubicazione di questi immobili; potremmo dire, in una parola, dalla loro presenza fisica.

Abbiamo raccolto la testimonianza di Giulio Bulgarelli (per gli amici Bloogie) che abita al Bambasoun fin da quando è stato costruito.

«Si dice che non esista in italiano una parola che lo possa tradurre, ma “grosso coglione” potrebbe andare.
L’espressione dialettale “fàt in à, bambasòun” calza a pennello, in quanto l’edificio (che prese il posto di una sobria villetta), sta proprio piantato in mezzo all’incrocio (ora rotonda) di inizio via Saltini.
In origine era anche chiamato “il grattacielo”, in quanto primo palazzo correggese che assurgeva a grandi altezze (7 piani). Si narra che il costruttore l’avrebbe voluto di 12 piani, ma poi fu ridotto a più miti consigli; ci restarono tuttavia le poderose fondamenta, venute buone in occasione dei recenti terremoti. 

Il costruttore ebbe poi modo di rifarsi, trasformando il previsto giardino nel cinema Cristallo; e fra i due edifici una galleria. L’idea venne accettata: Correggio poteva avere così la sua “galleria”, come quella di Milano (!!). 

L’edificio era prestigioso, ed abitato nei primi tempi da direttori di banca, professionisti e medici. Poi l’hanno abitato Amos Morandi, noto commercialista, Pier Vittorio Tondelli, illustre scrittore, Luciano Ligabue, arcinoto rokkettaro. 

Il trasloco di quest’ultimo (1997) disorientò i fan che ancora lì lo cercavano e bussavano alla porta di altro Luciano Ligabue, il carrozziere con panza e baffoni (c’è Ligabue? – a sùn mé – no, cerchiamo Luciano – at dìgh ca sun mé). 

Attualmente – segno dell’inevitabile declino – il più illustre abitante risulta il terzo classificato all’edizione 2009 della fiera del porco unto».

Questo edificio oltre ad una quarantina di abitazioni, ospitava anche il famoso Bar Moka, il già nominato Cinema Cristallo, alcune attività commerciali ed uffici.

Il Bar Moka ha cambiato nomi e gestioni ma ha sempre mantenuto inalterata la posizione “sull’incrocio” e il suo appeal. Ne sono testimonianza gli avventori di ogni generazione: a fianco dei giovani rimangono i vecchi frequentatori affezionati al locale.

Fino agli anni ’80, al primo piano, aveva i suoi uffici il ragionier Morandi.

Quest’uomo di grande competenza e altrettanta umanità, oltre a meritare una menzione di stima e riconoscimento da parte della città, andrebbe ricordato in un libro per le innumerevoli testimonianze di professionalità, impegno e collaborazione con le aziende e gli abitanti di Correggio.

Una brava persona, “un mito” per quelli che lo frequentavano, un riferimento per tanti che anche da fuori provincia venivano per avere consigli e indicazioni preziose.

Tutta questa notorietà provocava inevitabilmente file di avventori in attesa. Tra gli aneddoti che si raccontano, a questo proposito, è famoso quello che narra di una persona che, in attesa di essere ricevuta a tarda ora (gli appuntamenti si protraevano nella notte), si addormentò nella sala d’attesa e fu svegliata la mattina dopo dalle signore delle pulizie.

Spesso la sala d’attesa non bastava e le scale si trasformavano in un’estensione degli uffici.

Il Cinema Cristallo, soppiantato dal nuovo Cine+, era una struttura accogliente dotata di un’ampia platea e di una galleria.

Oltre alle proiezioni dei film, molto frequentate in quegli anni, vi si svolgevano altre iniziative di grande successo. Per alcuni anni si tenne una specie di Zecchino d’oro partecipato da tanti bambini e dalle famiglie. Vincitore indiscusso della manifestazione: Chicco.

Il cinema negli anni ’90 è stato ridimensionato e poi definitivamente chiuso. 

L’ultimo film proiettato… forse “Un week-end da bamboccioni”!

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