Le acque irrigue per la nostra pianura rappresentano una delle risorse più importanti per le produzioni agrarie. Questo non solo da quando i cambiamenti climatici iniziano sempre più seriamente a preoccupare proponendo estati sempre più torride, ma fin dal primo giorno nel quale le così preziose opere di bonifica hanno permesso di far risalire fino a Correggio l’acqua del Po.
In effetti anche se il detto recita che “l’acqua la va a la basa” in questa circostanza è proprio il caso di dire che, attraverso una serie di sbarramenti ed altrettanti punti di pompaggio, l’acqua dal Po risale fino a Reggio. Questo avviene in estate, quando i canali irrigui vengono riempiti per permettere agli agricoltori di dar corso alla sempre più irrinunciabile esecuzione dell’irrigazione.
Questo, anche a seconda delle colture, può avvenire secondo varie tecniche che nel corso degli anni si sono evolute allo scopo di permettere di risparmiare sui costi, sulla fatica, sull’energia necessaria e non da ultimo anche sulla quantità di acqua utilizzata. Per il fatto che ci stiamo sempre più rendendo conto che l’acqua non è un bene inesauribile è molto importante che i produttori del territorio operino a favore di tecniche irrigue volte al massimo risparmio idrico così come è importante che il nostro consorzio di bonifica non resti ingessato a mantenere in efficienza le gloriose opere del passato ma si dimostri in grado di operare gli adeguamento strutturali a supporto delle tecniche irrigue che richiedono minori quantitativi di acqua pur con una maggiore frequenza degli interventi. Le tecniche cosiddette microirrigue rappresentano solo il 7% dei sistemi di irrigazione adottati nel correggese mentre per il 66% vengono adottate soluzioni a pioggia, che dal punto di vista della virtuosità possono essere definite intermedie. Rimane da migliorare il restante 27%.
Dal 2010 il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale svolge, in convenzione con l’Istituto d’Istruzione Superiore “Antonio Zanelli” di Reggio Emilia e ARPA Emilia-Romagna– sezione di Reggio Emilia, un’intensa attività di monitoraggio della qualità delle acque irrigue. Un aspetto sancito da una norma europea che è particolarmente importante per gli effetti che l’utilizzo di queste acque superficiali può avere sulle colture, sui suoli, sui prodotti agroalimentari ottenuti, sul consumatore ed anche nei confronti degli stessi operatori agricoli. Le acque irrigue prelevate per i campionamenti nei periodi estivi sono sottoposte ad analisi fisiche, chimico-fisiche, chimiche e microbiologiche per complessive 46 determinazioni ogni campione. Quello che è particolarmente interessante osservare è che le acque irrigue di tutto il territorio reggiano in generale, e di quello correggese in particolare, risultano di prima classe in una scala di valori che va da uno a quattro e che vede questa classificazione come la più virtuosa in senso assoluto. Un responso che ormai si ripete nel corso degli anni e che da questo punto di vista ci tranquillizza sulla qualità e salubrità delle produzioni tipiche del nostro territorio.