A Budrio non mancano le rotelle!

Il pattinaggio artistico regala campioni a una disciplina ancora poco conosciuta

Agli ultimi campionati del mondo, che si sono tenuti a Novara tra la fine di settembre e i primi di ottobre di quest’anno, l’Italia si è confermata la maggiore espressione mondiale del pattinaggio artistico.
Sulle 70 medaglie a disposizione, ben 34 sono state indossate dagli atleti Italiani.
Da 5 anni, Cristina Roncaglia, primo allenatore, sta cercando di dare visibilità a questa disciplina nella nostra Correggio, sotto i colori del Gruppo Sportivo Budriese.

Incontro Cristina al palazzetto di Correggio, mentre in pista una decina di bambine stanno piroettando sui pattini, e mi viene subito spontanea la prima domanda:

Da quello che posso vedere, è uno sport prettamente femminile!
«Si è vero, -il sorriso è di circostanza- e a Correggio ancor di più, in quanto c’è la concorrenza dell’hockey, e un ragazzino che si avvicina al pattinaggio è più attirato dal gioco di squadra».

Qual è l’età adatta per indossare i pattini?
«Si può iniziare dai 3/4 anni. Se non si ottengono risultati di rilievo, di solito si smette verso i 16, in quanto l’agonismo è molto elevato. Chi diventa campione Italiano, quasi sicuramente diventa anche il numero uno al mondo. Si può allungare la carriera agonistica se c’è la possibilità di formare qualche gruppo; in questo caso la squadra aiuta a non smettere troppo presto».

Mi pare di capire che, anche se è uno sport così detto minore, la selezione è fortissima.
«Per competere ad alti livelli si devono macinare ore di allenamento; gli agonisti nati nel 2009 ne fanno tredici alla settimana.
Già partecipare ai campionati della FIHP è un signor traguardo.
Così ho deciso di affiliare la società anche all’UISP e all’AICS, in modo che, se qualche atleta è bravo ma non ancora pronto, può fare comunque esperienza, in attesa del grande salto».

Quanti atleti avete tesserato come Gruppo Sportivo Budriese?
«In tutto sono 120 e provengono da Correggio e paesi limitrofi.
Per seguirli tutti in modo professionale mi avvalgo del prezioso aiuto di diverse collaboratrici: Ilaria Veratti, Paola Zani, Francesca Novellani, Bianca Messori e Laura De Gregorio.
Poi, dalla ginnastica ritmica, c’è Rita Mellone, che fa il lavoro a “secco”, cioè insegna le spaccate e la scioltezza muscolare».

Cosa manca a questo sport per fare il salto di qualità nei non addetti ai lavori?
«Sicuramente manca di visibilità.
Esempio lampante, gli ultimi mondiali disputati a Novara: solo qualche spezzone di gare sulla rete di RAI sport, neanche una notizia in coda a qualche TG nazionale, anche se l’Italia ha stravinto in tutte le specialità.
Purtroppo anche a livello locale è quasi impossibile avere un trafiletto sui quotidiani reggiani».

Nel vostro piccolo che cosa fate per pubblicizzare il pattinaggio?
«Organizziamo “Natale sui pattini”, con un notevole riscontro del pubblico, in quanto il palazzetto è sempre pieno.
Quest’anno si svolgerà il 18 dicembre e lancio un appello a tutti: venite al palazzetto e vedrete quanto sono bravi i nostri ragazzi!
Il divertimento sarà assicurato!»

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